Agenda 2030 dell’Onu: quanto ne sanno gli italiani?

Solo il 42% del campione intervistato conosce l'Agenda 2030 dell'Onu e la maggior parte di questi ritiene che lo sviluppo sostenibile sia collegato principalmente alla dimensione ambientale.

 


L’Agenda 2030 dell’Onu per uno sviluppo sostenibile è un programma costituito da 17 obiettivi articolati in 169 target - Sustainable Development Goals, SDGs - in ambito economico, ambientale, sociale e istituzionale da raggiungere entro il 2030. Sottoscritta dai governi dei 193 paesi membri dell’Onu nel 2015, ricopre un ruolo centrale nella definizione di strategie e piani di azione delle politiche europee e coinvolge tutti i Paesi e tutte le componenti della società, dalle imprese private al settore pubblico, dalla società civile agli operatori dell’informazione e cultura. Le aree di intervento definite dall’Agenda 2030 sono importanza cruciale per l’umanità e il pianeta: eliminare la fame e la povertà nel mondo, garantendo dignità e uguaglianza; proteggere il pianeta per le generazioni presenti e future, attraverso una gestione sostenibile delle sue risorse e la lotta al cambiamento climatico; garantire vite prospere in armonia con la natura; promuovere società pacifiche, giuste e inclusive; implementare l’Agenda attraverso solide partnership globali.

Ipsos, in collaborazione con ASviS – Alleanza italiana per lo Sviluppo Sostenibile, ha indagato il grado di conoscenza degli italiani dell’Agenda 2030 e quanto la ritengano importante, su un campione di 1200 persone. È emerso che questa è nota a meno della metà degli intervistati (42%), anche se la quasi totalità (95%) conosce il concetto di sostenibilità, principalmente collegato alla dimensione ambientale: l’85% delle persone intervistate considera lo sviluppo sostenibile come l’adozione di misure in difesa dell’ecosistema. In particolare, il 34% ha citato la necessità di conciliare lo sviluppo economico e il rispetto dell’ambiente, per il 18% lo sviluppo sostenibile è “ecologia e basso impatto ambientale” e per il 13% è “conservare le risorse naturali”.

Solamente il 13% ha parlato di sostenibilità sociale e, quando è stato chiesto al campione quale delle quattro dimensioni dello sviluppo sostenibile (ambientale, sociale, economica e istituzionale) fosse la più importante, la dimensione ambientale prevale maggiormente ed è citata per il 36%. Segue quella sociale (15%), quella economica (12%) e infine quella istituzionale (2%), mentre per il 35% ciascuna dimensione deve essere portata avanti di pari passo.

Andando nello specifico dei 17 SDGs, risultano prioritari quelli legati alla sostenibilità ambientale: il Goal 13 Lotta contro il cambiamento climatico (30%), il Goal 7 Energia pulita e accessibile (29%) e il Goal 15 sulla biodiversità terrestre (26%) sono quelli più citati. I Goal che fanno riferimento alla dimensione più sociale dell’Agenda 2030, come Sconfiggere la fame, Sconfiggere la povertà e Ridurre le disuguaglianze, sono considerati non di primaria importanza, così come il Goal 5 Parità di genere e il 17, Partnership per gli obiettivi. Proprio quest’ultimo è ritenuto invece da molti analisti quello più importante, perché solo attraverso una solida collaborazione tra tutte le parti coinvolte si può raggiungere uno sviluppo realmente sostenibile.

Da questa indagine emerge con grande chiarezza la mancanza di una piena consapevolezza riguardo la necessità di adottare un approccio integrato e misure concrete per affrontare un importante cambio di paradigma socioeconomico, che metta sullo stesso piano la lotta ai cambiamenti climatici e quella contro le diseguaglianze. Solo attraverso una collaborazione globale tra tutte le parti della società si può raggiungere uno sviluppo realmente sostenibile.

 

Fonte: dati Ipsos